lunedì 29 giugno 2015

Da "Il Corriere di Reggio"


Avevano cantato “Lisippo non lo sa” sabato notte in centro

Arrestati gli schiamazzatori
Fra i testimoni anche Fahra Geenona e lo storico dell’arte Kaloskagathos

REGGIO EMILIA - Con un blitz notturno sono stati finalmente arrestati i due individui che lo scorso sabato sera hanno turbato la quiete pubblica esibendosi in balli e canti dal contenuto delirante davanti all’Università.
    «Stavolta non si tratta dei soliti balordi - ha dichiarato il questore Vito Scannaquaglia, responsabile delle indagini - bensì di due affermati professionisti, e questo è ancora più inquietante». I due arrestati, P.M. e A.B., sono infatti un medico e un ottico di Modena, incensurati; al momento della cattura non erano sotto effetto di sostanze stupefacenti.
   Inspiegabile dunque il loro gesto di sabato, quando verso le 23, dopo una serata a teatro, si sono messi a schiamazzare, ballare e cantare davanti alla sede dell’Università. «Quei due gaglioffi sembravano impazziti: all’improvviso hanno iniziato a correre saltellando e cantando a squarciagola, fra l’altro pure male!» ha dichiarato la famosa attrice Fahra Geenona, che proprio per caso si trovava a passare di lì in quel momento.
    Ha assistito alla scena anche Aristoteles Kaloskagathos, noto storico dell’arte di origini greche, che ha testimoniato: «Quelli cantavano “Però Lisippo non lo sa, che quando passa ride tutta l’agorà”: un chiaro segno di disprezzo per la nostra storia e per il nostro popolo; un oltraggio che certamente non resterà impunito».
    Altre due giovani passanti (per le quali usiamo i nomi di fantasia Rita e Laura) hanno denunciato il fatto ai Carabinieri, fornendo anche una descrizione perfetta dei due individui. «Però non li avevamo mai visti prima», hanno voluto puntualizzare. La cattura dei responsabili, grazie agli identikit, è stata rapidissima. «Occorreva intervenire subito - ha spiegato Scannaquaglia - prima che i due seminassero scompiglio anche in altre città o potessero innescare meccanismi di emulazione o proselitismo».
   Resta tuttavia aperto un altro filone d’indagine: si teme infatti che i due non agissero da soli, ma fossero parte di una cellula guidata da una mente. Si sospetta in particolare di G.M., noto nefrologo e improvvisatore modenese, che alcuni testimoni avrebbero avvistato sulla scena del reato. «Per ora abbiamo preso quei due - ha concluso Scannaquaglia - ma della mente non c’è nessuna traccia».

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